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Covid-19 e disturbi post traumatici da stress

Cosa rende un evento traumatico?

Il fatto che sia inaspettato, rapido e che generi paura.

Possiamo dunque dire che il COVID-19, più comunemente chiamato Corona Virus, potrà generare dei disturbi post traumatici da stress in noi?

Direi di si.
Non so tu ma io:
non me lo ASPETTAVO;

ho avuto la sensazione di essere travolta da questa “cosa” in modo RAPIDO;
e sicuramente ho avuto PAURA, se non del virus in sé, quantomeno inizialmente, di quello che tutto questo stava creando e generando in ogni campo.

Io come professionista, le mie clienti come mamme/lavoratrici, le ragazze e bambine che seguo e che si allenano nella mia scuola di danza, tutti siamo stati travolti da una valanga di informazioni all’inizio contrastanti che ci hanno fatto sentire in balia degli eventi e delle decisioni altrui.

Il trauma genera nel corpo due reazioni nel nostro cervello COMBATTERE O SCAPPARE, qualcuno ha provato a contrastare le ordinanze, altri sono scappati dalle loro abitazioni.

Ma esiste una terza reazione che è quella del FREEZING (CONGELAMENTO); questa è la tipica reazione che si vede benissimo nel film d’animazione “l’era glaciale”, in cui i due piccoli opossum quando non sanno cosa fare o sono spaventati si fingono morti, irrigidendo tutto il loro corpo.

Nel caso specifico oggi noi siamo stati, giustamente, costretti a congelarci. Uno STOP generale come nel gioco delle belle statuine in cui nessuno di noi sa quando verrà ridato il VIA. Il che essendo imposto e non generato da reazione spontanea è sicuramente meno “digeribile” dal nostro sistema così abituato a FARE.

Ed è proprio per questo che il Corona Virus potrà generare quello che in gergo medico viene chiamato DPTS (Disturbo Post Traumatico da Stress).

Peter Levine in tutta la Sua pratica di “Somatic EXPERIENCING” ci ha più volte illustrato la necessità di concludere il movimento interrotto per far si che l’evento traumatico non lasci segni.

Come lo psicologo illustra nel suo libro possiamo trovare tutto ciò all’interno del mito di Medusa, la quale aveva il potere di congelare chi l’avesse guardata direttamente negli occhi.

Questo ci insegna che il trauma non va direttamente affrontato ma è necessario elaborarlo in altro modo, per esempio con la fantasia o attraverso il gioco.

Quando Perseo riuscì ad uccidere Medusa, dalle sue ferite uscirono Pegaso , il cavallo alato (simbolo del corpo, della conoscenza istintiva e della trascendenza) e il gigante Crisaoro con la sua spada dorata (rappresentante la verità e la lucidità).

Questo per dire che dal trauma può nascere qualcosa di estremamente importante per la nostra crescita.

Allora cosa possiamo fare in questi giorni?

Immaginare, scrivere, disegnare, ballare… e qualunque attività ti venga in mente che attivi la parte destra del nostro cervello, quella deputata alla creatività e all’immaginazione. Puoi immaginare di correre in un grande prato, disegnare grandi spazi aperti, ballare lasciando che il corpo faccia esattamente quello che a voglia di fare, assecondandone i movimenti spontanei e “involontari”.

Il corpo ha la chiave per la guarigione, approfittiamo di questo stop per imparare ad ascoltarlo.

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